Il rinnovo dei contratti degli statali per il triennio 2019-2021 porterà in dote ai dipendenti pubblici aumenti superiori a quelli della precedente tornata contrattuale, garantendo un recupero di potere d'acquisto superiore all'indice dei prezzi al consumo. Queste le rassicurazioni del ministro della pubblica amministrazione Fabiana Dadone all'indomani del varo della Manovra 2020. Rassicurazioni che tradotte in cifre aprirebbero ad aumenti lordi intorno ai 110-120 euro mensili.

Il ministro non ha parlato di cifre («le daremo a tempo debito», ha detto) ma i conti sono presto fatti. Per fare in modo che i nuovi contratti garantiscano un recupero di potere d'acquisto superiore all'indice Ipca, attualmente fissato al 5,2%, servirebbero a regime oltre 5 miliardi di euro (5,3-5,4 miliardi) ricomprendendo in questa cifra anche il miliardo e 700 milioni stanziato per il 2019 dalla legge di bilancio dell'anno scorso. Dunque lo stanziamento per il 2020-2021 dovrebbe ammontare a 3,3/3,6 miliardi. Un impegno finanziario non di poco conto per il governo Conte bis che in questo modo garantirebbe ai lavoratori della p.a. centrale aumenti stipendiali di oltre 110 euro mensili, ben superiori agli 85 euro lordi di aumento del precedente contratto.

«Il governo compie un grande sforzo di fronte alle ristrettezze del ciclo economico e ristabilisce la fisiologica dinamica triennale dei rinnovi in favore dei lavoratori», ha commentato il ministro secondo cui lo stanziamento dei fondi per i rinnovi non costituisce un punto di arrivo ma «un trampolino per rafforzare le policy di modernizzazione, efficientamento e razionalizzazione che ci consentiranno di contare su un personale in servizio sempre più motivato».

L'impegno finanziario sul rinnovo dei contratti è solo una delle tante misure per la p.a. contenute nel Documento programmatico di bilancio 2020 approvato in consiglio dei ministri martedì notte e inviato a Bruxelles. Tra gli impegni che il governo ha preso con l'Europa figura una nuova riforma della p.a., sotto forma di disegno di legge delega per il miglioramento della macchina pubblica. Le deleghe al governo riguarderanno la riforma del lavoro alle dipendenze della p.a., l'accesso al pubblico impiego, il merito, la premialità e il riordino della disciplina della dirigenza. A questo ddl delega si aggiungeranno misure per garantire il ricambio generazionale nel settore pubblico proseguendo con le assunzioni avviate dalla Manovra 2019 grazie allo sblocco del turnover.

Accanto alle misure in materia di personale, il Documento programmatico di bilancio 2020 si impegna ad approvare uno schema di decreto per l'attuazione del piano nazionale sulla riqualificazione dei piccoli comuni. E a definire organizzazione e funzioni della Centrale per la progettazione di beni e edifici pubblici prevista dalla legge di bilancio 2019 e non ancora entrata a regime.

Completa il quadro delle misure la riscrittura del Codice appalti attraverso un testo unico che tenga conto anche delle norme contenute nel decreto legge Sblocca cantieri. In arrivo anche un testo unico sull'edilizia per razionalizzarne la disciplina e favorire i processi di riduzione del consumo del suolo e di rigenerazione urbana. E ancora, largo alla revisione del Testo unico sugli enti locali, promessa dal premier Giuseppe Conte sin dal suo discorso al parlamento, e al ddl collegato alla Manovra sull'autonomia differenziata delle regioni. Nel decreto fiscale collegato alla legge di bilancio arrivano invece i 30 milioni di euro necessari e finanziare i contributi straordinari a favore dei comuni oggetto di fusione. Mentre c'è ancora incertezza sul progetto di razionalizzazione dell'Imu e della Tasi che porterà a un accorpamento dei due tributi senza tuttavia arrivare alla soppressione del tributo sui servizi indivisibili. Viene invece confermato l'incremento progressivo della deducibilità dal reddito d'impresa o da quello professionale dell'Imu sui beni strumentali che secondo la tabella di marcia sarà completamente deducibile nel 2023. Per gli enti territoriali è in arrivo, infine, un fondo dal 2020 che finanzierà interventi di efficientamento energetico, sviluppo territoriale sostenibile e messa in sicurezza di infrastrutture e edifici pubblici.

Francesco Cerisano – 17 ottobre 2019 – tratto da Italia Oggi

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